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Il Teatro Morlacchi di Perugia (Teatro n.17)

Momento particolarmente intenso per le attività nazionali del progetto Leggere per…ballare® 2017: solo durante il mese di marzo gli spettacoli – tutti di grande successo e alcuni sold out – sono stati ben 15 e si sono svolti in città molto distanti fra loro: Faenza, Salerno, Roma, Isernia, Campobasso, Reggio Emilia, Busseto (Pr). Il mese si  chiude in assoluta bellezza domani sera, 28 marzo, con una importante prima nazionale al Teatro Morlacchi di Perugia.

Il balletto che verrà messo in scena coniuga danza, canto, affetti familiari, nostalgia, successo, glamour, e trae ispirazione dal bel libro edito nel 2016 da Neri Pozza che Romana Petri ha dedicato al padre Mario Petri – famoso cantante lirico – a più di trent’anni dalla sua scomparsa. Lo ha intitolato “Le serenate del Ciclone” perché “Ciclone” era il soprannome affettuoso ed eloquente di un uomo possente nel fisico, impetuoso nelle passioni, ma delicato d’animo e tutto sommato anche molto fragile.

petri

Mario era un ragazzo sveglio e pieno di entusiasmo, nonostante la sua famiglia non fosse abbiente. A dodici anni ricevette in dono dal padre un piccolo grammofono e la musica entrò nella sua esistenza, modificandola per sempre. Qualche anno dopo, pur di continuare a prendere lezioni di “bel canto“, non esitò a mettere la sua possenza fisica al servizio del pugilato e di chi chiedeva una serenata a pagamento. Era nato a Cenerente, una minuscola frazione di Perugia, ma da quando la sua carriera prese avvio le sue innegabili doti canore e la sua presenza scenica lo portarono a calcare i migliori palcoscenici d’Italia: indimenticabile il suo Oedipus di Stravinsky alla Scala di Milano nel 1948. Aveva un fisico talmente statuario che lo notò anche il cinema: lo vollero in molti film del genere “cappa e spada“. Era amico di un gran numero di personaggi in voga negli anni ’60, da Totò a Maria Callas, da Sergio Leone a Tatjana Tolstoj. La piccola Romana – nata dal matrimonio con Leda, ballerina classica – lo adorava. Si sentiva sua complice, e anche un po’ investita della responsabilità di proteggerlo: forse aveva già capito che la sua sensibilità lo avrebbe reso vulnerabile e lo avrebbe fatto soffrire. Chi ha letto il libro –  conto di farlo al più presto – dice che le 600 pagine che lo compongono scivolano via con dolcezza e armonia, e che il quadro che ne risulta è assolutamente imperdibile.

Sono curiosa di scoprire come il regista e coreografo Arturo Cannistrà sia riuscito a trasporre in danza le vicende reali di un personaggio tanto eclettico e tumultuoso, intrecciandole con quelle della sua incantata bimba, che domani sera – immagino la sua emozione – è attesa al Teatro Morlacchi. Per dare alle stampe questo libro sono stati necessari 25 anni di lavoro, ma non è detto che secondo lei siano sufficienti, perché quando si ama tanto profondamente non ci si accontenta mai e si vorrebbero apportare continui cambiamenti.

Credo che vedere le giovani ballerine “interpretare” lei stessa sul palcoscenico e interloquire a passo di danza con la figura del padre, la aiuterà a lenire ancora un po’ il dolore di una perdita ancora insopportabile perché accaduta troppo presto e per cause forse evitabili…

Lo splendido  Teatro Morlacchi sarà lo scenario ideale per questo emozionante balletto organizzato da Laboratorio Danzidea di Perugia ed inserito nella decima edizione di  “Libro: che Spettacolo!” Le musiche originali che ascolteremo sono del compositore Francesco Germini, che ha curato anche la scelta dei brani dal repertorio di Mario Petri, mentre l’ideazione artistica è di Bianca Belvederi Bonino.

Mariagrazia Innecco

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