opere letterarie

Marialuigia Tribute (balletto n.2)

Mancavo da Parma da troppo tempo e mi ero un po’ dimenticata della sua dolce e pacata atmosfera che induce a passeggiare tra le vestigia onnipresenti del suo passato: con il buio del pomeriggio ormai tardo autunnale e qualche luminaria natalizia già installata, mi sono sentita trascinare all’indietro, agli inizi del ‘900, all’epoca in cui la mia nonna bambina di domenica pomeriggio arrivava con i genitori dalla vicina Torrechiara, per prendere – esattamente come ho desiderato fare io – la cioccolata calda con i frollini in uno dei bellissimi caffè del centro. Poi, qualche ora dopo, varcando la soglia del Teatro Regio in compagnia di un cavaliere da favola, mi è parso di essere addirittura nel secolo precedente.

Il Teatro voluto da Maria Luigia d’Asburgo e Lorena, inaugurato nel 1829, si presenta sobriamente nella parte di biglietteria e foyer, per trasformarsi in un trionfo assoluto di stucchi e balconate non appena si entra nella grande sala, impreziosita dal pregevole astrolampo che fa bella mostra di sé al centro del soffitto e da 112 palchi, tra cui il più importante, quello reale, spicca per sontuosità.

Veramente nulla a che invidiare alla Scala di Milano, esattamente come lo spettacolo messo in scena per celebrare i 200 anni dall’arrivo della Duchessa Maria Luigia a Parma: tanto impeccabile e ben coordinato da sembrare frutto di un’unica produzione, e non del complicato lavoro congiunto di 9 scuole di ballo ubicate in tre diverse città – Parma, Piacenza e Reggio Emilia.  Più di 100 ragazzi hanno animato le 15  scene che ci hanno fatto ripercorrere l’intera vita di Maria Luigia, da quando diciottenne, obbedendo alla ragion di stato, lascerà  la nativa corte imperiale d’Austria per diventare moglie di Napoleone Bonaparte e di lì a poco Imperatrice di Francia e Regina d’Italia, fino alla consegna da parte del Congresso di Vienna del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, che reggerà per trent’anni considerando i suoi sudditi come “quattrocentomila anime da rendere felici”.

Quella rappresentata è la storia di una creatura forte ma anche timida, spesso spaventata dai compiti gravosi che la sorte le ha assegnato: alla fine della sua esistenza dirà di non essere stata altro che una donna vissuta in un’epoca più grande di lei.

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Tra un quadro e l’altro è stata l’attrice Maria Antonietta Centoducati, ottima presenza scenica, a recitare il testo narrativo scritto appositamente dalla Presidente di Parma OperArt, signora Eddy Lovaglio. Via via abbiamo assistito, rapiti dall’eleganza dei ballerini e dei loro costumi, ai momenti felici della vita di Maria Luigia (l’incoronazione – l’incontro con l’amore – l’arrivo a Parma – l’apertura dell’Accademia delle Belle Arti – l’inaugurazione del Teatro Regio) e a quelli più drammatici (la sconfitta di Napoleone in Russia – la morte del secondo amatissimo marito Adam Albert von Neipperg – i tumulti rivoluzionari), fino ad arrivare al finale corale, degno di un kolossal, in cui Maria Luigia promette che resterà Duchessa di Parma per l’eternità.

La mia parte di dna parmense (il 50% del totale!) ha vibrato al suono delle arie celebri di Strauss, Rossini, Sostakovic, Bellini, Cajkovskij e ha esultato assieme ai numerosi spettatori al termine dello spettacolo, ancora una volta di qualità decisamente notevole.

I miei complimenti vivissimi a Leggere…per ballare®, FNASD, Produzione Parma OperArt, Arturo Cannistrà, Associazione Romagna Danza, Comune di Parma: presente in fase di apertura anche il Sindaco Federico Pizzarotti.

Mariagrazia Innecco

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