teatri

Il Teatro Regio di Parma (teatro n.2)

Sono appena rientrata da un fantastico piccolo viaggio in Sicilia durante il quale ho avuto il piacere di incontrare l’anima errante del compositore catanese Vincenzo Bellini – il giovane e piuttosto sfortunato autore della famosa Norma – morto a soli 34 anni forse per un avvelenamento da mercurio. Sfortunato in vari campi, ma non certo in quello strettamente professionale, visto che nei pochi anni della sua vita compose ben 16 opere che riuscirono ad incontrare i gusti dei suoi contemporanei – cosa tutto sommato non così frequente – e a decretare il suo successo in tutta la penisola.

E’ a lui che affido il compito di farmi da chaperon nello scintillante Teatro Regio della città di Parma, cercando di sentirmi a mio agio in un ambiente tanto lussuoso e sussiegoso.

E’ il 16 maggio del 1829 e tra poco cominceranno ad arrivare i 1.800 ospiti della graziosa Maria Luisa d’Asburgo Lorena, già Imperatrice di Francia in quanto moglie di Napoleone Bonaparte, e ora da 15 anni Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. E’ lei la raggiante padrona di casa: è lei ad aver voluto a Parma, con tutta la sua nobile e femminilissima caparbietà, un teatro degno di una corte imperiale. Ha scelto con cura il luogo dove edificarlo e l’architetto per progettarlo. Ha seguito personalmente i lavori ed espresso il suo parere nella scelta di colori e stoffe decorative; ha incaricato il più bravo dei pittori parmensi perchè dipingesse un sipario e un soffitto unici al mondo. Vuole che di questa serata e di questo teatro si parli in tutte le corti d’Europa e non ha badato a spese. Da attenta e moderna melomane ha deciso che l’opera da rappresentare la sera dell’inaugurazione sia scritta appositamente per l’occasione da Vincenzo Bellini, il compositore più in voga del momento. (La sua “Zaira” in realtà annoierà un po’ il pubblico: troppo lunga e anche troppo difficile per i gusti brillanti degli spettatori, che forse avrebbero gradito un’opera più leggera.)

Sarà comunque un trionfo e il Teatro Regio da quel giorno inizierà a gareggiare per importanza addiritttura con la Scala di Milano. Il gran coupe…de thèâtre  però avverrà qualche anno dopo la morte della Duchessa, avvenuta nel 1847. Carlo III, suo secondo successore, ordinò alle Officine Lacarrière di Parigi un “astrolampo” imponente e soprattutto avveniristico: pesava 1.100 chilogrammi, misurava 4 metri di altezza e 4 metri e mezzo di diametro.

Lampadari siffatti si trovavano solo in pochissimi teatri e rappresentavano un’innovazione senza precedenti: le candele e l’olio lampante erano stati sostituiti con il praticissimo gas. L’astrolampo è ancora oggi al suo posto, sempre a far meravigliosa mostra di sè, anche se ovviamente è stato ammodernato come tipo di alimentazione e quasi nessuno si accorge più di lui…

Bene: è in questo spazio sontuoso che tra una settimana  – sabato 26 novembre alle ore 18.00 – si svolgerà il “Marialuigia Tribute” di Leggere… per ballare®.

Ne riparleremo a spettacolo avvenuto, ma sono certa che chi riuscirà ad essere presente in sala farà molta fatica a rendersi conto che corre l’anno 2016 e non il 1829!

Mariagrazia Innecco

Standard

Leave a comment